"Fatta la Telemedicina, bisogna fare i Tele-Medici"
Riprendendo al balzo la famosa citazione di Massimo d'Azeglio sull'Italia e gli Italiani, un recente studio di BMC Health Services Research - raccolta di journals sotto Springer Nature - fa luce per la prima volta sul livello di preparazione tecnica e comportamentale dei nostri giovani medici rispetto alla telemedicina.
Questo è un grosso passo sia accademico che industriale:
- A livello accademico, gli studi hanno ben investigato la situazione prima e dopo il covid quando la telemedicina era una necessità, non un'opzione. Adesso che l'emergenza è passata e c'è tempo e spazio per integrarla con criterio e strategia, quali sono le condizioni?
- A livello industriale, la sanità digitale quando è obbligatoria è un mercato diverso da quando è per scelta. Riprendendo il Customer Value Canvas, in queste due situazioni chi compra prodotti e servizi digitali è un acquirente con Jobs, Pains e Gains differenti.
Ma cosa ci dice l'articolo?
Lo studio trasversale ha esaminato la prontezza digitale dei futuri medici in due ambiti: tecnico e comportamentale. Nonostante l'ampio utilizzo della tecnologia durante la pandemia e gli investimenti in telemedicina, le competenze digitali e l'esperienza con la telemedicina risultano ancora limitate.
Tuttavia, sia studenti che specializzandi mostrano un forte interesse per l'educazione medica in telemedicina, suggerendo un potenziale per superare le barriere di adozione.
Risultati tecnici
Le competenze digitali di studenti e specializzandi sono carenti, nonostante l’interesse per l’apprendimento di nuove tecnologie post-pandemia. Molti trovano difficoltà nell’uso di dispositivi informatici, con i computer desktop percepiti come più complessi rispetto agli smartphone, nonostante il loro uso prevalente negli ospedali italiani. Ciò evidenzia la necessità di corsi di informatica per migliorare l’usabilità dei desktop o l’integrazione di dispositivi mobili. Il 38% dei partecipanti ha mostrato esitazione nell'applicare le informazioni digitali nelle decisioni cliniche, segno di sfiducia nelle tecnologie sanitarie. Inoltre, persistono disparità di genere: gli uomini sovrastimano le proprie competenze digitali, mentre le donne tendono a sottovalutarle, pur avendo un uso più frequente di applicazioni di mHealth.
Risultati comportamentali
Il 75% dei partecipanti non ha esperienza diretta con la telemedicina, anche se gli specializzandi sono più familiari rispetto agli studenti. Solo il 16% ha ricevuto una formazione formale in telemedicina, evidenziando la mancanza di programmi specifici nelle università italiane. Nonostante ciò, l'interesse per l'apprendimento e l'uso futuro della telemedicina è elevato.
Suggerimenti pratici per i corsi di formazione in telemedicina
- Fornire competenze tecniche e fiducia nelle piattaforme digitali.
- Includere formazione pratica con simulazioni.
- Trattare temi come privacy, sicurezza dei dati e aspetti legali.
- Preparare gli studenti a gestire la relazione medico-paziente in un contesto virtuale.
Integrare la telemedicina nei percorsi formativi è essenziale per preparare i futuri medici a un sistema sanitario sempre più digitale. È necessario un approccio completo che combini teoria, pratica e utilizzo delle piattaforme di telemedicina durante tirocini e specializzazioni.
Dati sull'articolo originale
Titolo: The digital readiness of future physicians: nurturing the post-pandemic medical education
Autori: Marta Marsilio, Valeria Calcaterra, Gabriele Infante, Martina Pisarra & Gianvincenzo Zuccotti
Data Pubblicazione: 2 Agosto 2024
Rivista: BMC Health Services Research
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